Pensioni, attenzione a questo finale di dicembre: c’è una scadenza importante fissata al 31 da non dimenticare o ignorare
La fine dell’anno è sempre un periodo denso di scadenze sul fronte INPS e Agenzia delle Entrate, nonché colonne portanti della nostra società tra previdenza e scadenze sociali. Ci conviviamo tutti: bollette, imposte, adempimenti che si accumulano e che, se superati, possono creare conseguenze concrete. In questi ultimi mesi del 2025 lo abbiamo visto bene, tra pagamenti IMU, conguagli fiscali e termini che segnano una linea netta tra il “si può fare” e il “ormai è tardi”.
Un po’ come accade sulle etichette alimentari, dove non è la stessa cosa leggere “consumarsi preferibilmente entro”o “scade il”, anche nel mondo delle pensioni le date non sono tutte uguali. Alcune sono elastiche, altre no. E quella del 31 dicembre 2025 rientra senza dubbio nella seconda categoria: è un termine secco, che rischia di chiudere una porta importante per molti lavoratori.
Restano pochi giorni, infatti, per presentare all’INPS una domanda che, per molti, può davvero fare la differenza tra restare fermi e avvicinarsi al traguardo della pensione. Parliamo della cosiddetta pace contributiva, una misura introdotta con la Legge di Bilancio 2024 e valida esclusivamente per il biennio 2024-2025.
Il punto chiave è proprio questo: la scadenza è fissata al 31 dicembre 2025 e, allo stato attuale, non è prevista alcuna proroga. È vero che, in passato, alcune misure sono state estese all’ultimo momento, ma basarsi su questa speranza significa giocare d’azzardo con il proprio futuro previdenziale.
La pace contributiva, ricordiamo, è un meccanismo di riscatto che consente di recuperare fino a cinque anni di periodi senza contribuzione, trasformandoli in anni validi ai fini pensionistici. Non si tratta solo di “fare numero”: quei contributi incidono sia sul diritto alla pensione sia sull’importo dell’assegno.
La misura è riservata a chi ha iniziato a versare contributi dopo il 31 dicembre 1995, quindi nel sistema contributivo puro. Rientrano:
lavoratori dipendenti iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria;
iscritti alle forme sostitutive ed esclusive dell’AGO;
artigiani, commercianti e coltivatori diretti;
iscritti alla Gestione Separata INPS.
È una platea ampia, che comprende molte delle figure oggi più esposte a carriere discontinue e a vuoti contributivi difficili da recuperare in altro modo.
La domanda di pace contributiva va presentata entro e non oltre il 31 dicembre 2025. Le modalità sono due:
tramite il portale INPS, accedendo con SPID, CIE o CNS;
rivolgendosi a un Patronato, che può assistere nella procedura.
Dopo l’invio, l’INPS valuta la richiesta e – in caso di accoglimento – viene comunicato l’onere da versare che permetterà di procedere al pagamento che sia in un’unica rata o in 120 spalmando nella migliore delle comodità. I periodi riscattati diventano a tutti gli effetti contributi validi, sia per maturare il diritto alla pensione sia per il calcolo dell’assegno.
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