NASPI 2026, possibile sorprendente novità per il nuovo anno: ecco come verrebbe erogata dall’INPS. Grosso ribaltone

Tra le tante misure fondamentali elargite dall’INPS per la salvaguardia delle famiglie, la NASpI continua a occupare una sicuramente una posizione centrale. Non solo perché rappresenta il principale paracadute per chi perde involontariamente l’occupazione, ma perché negli anni si è trasformata in uno strumento sempre più legato alla possibilità di rimettersi in gioco. Ed è proprio su questo punto che il 2026 potrebbe segnare una svolta inattesa.
Le indiscrezioni che circolano attorno alla Legge di Bilancio 2026, infatti, parlano di un possibile cambio di rotta nelle modalità di erogazione della NASpI anticipata, una misura che molti lavoratori hanno utilizzato come leva per avviare un’attività autonoma o entrare in una cooperativa. Un aggiustamento tecnico, sulla carta, ma che nella pratica rischia di incidere in modo concreto sulle scelte di chi sta provando a ripartire.
NASPI 2026, come funzionerà e chi potrà averla

La Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, meglio conosciuta come NASpI, dunque come dicevamo è l’indennità di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori subordinati che perdono il lavoro in modo involontario. Viene erogata dall’INPS e ha l’obiettivo di garantire un sostegno economico temporaneo mentre si cerca una nuova occupazione.
La durata della prestazione è legata alla storia contributiva del lavoratore e l’importo viene pagato mensilmente, con una progressiva riduzione dopo i primi mesi. Per molti non è solo un aiuto economico, ma un vero paracadute che consente di affrontare una fase di transizione senza scivolare subito in difficoltà più profonde. Permette di respirare, fermarsi un attimo senza panico e riorganizzarsi con relativa calma senza sprofondare nel terrore.
Cos’è la NASPI anticipata e come funziona
Accanto alla forma “classica”, però, esiste anche la NASpI anticipata pensata come incentivo all’autoimpiego. Chi ne ha diritto può chiedere di ricevere in un’unica soluzione l’importo complessivo della NASpI ancora spettante, trasformandolo di fatto in un piccolo capitale iniziale.
La richiesta può essere presentata entro 30 giorni:
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dall’avvio di un’attività di lavoro autonomo;
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dall’apertura di un’impresa individuale;
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dalla sottoscrizione di una quota di capitale sociale in una cooperativa, nella quale il socio presta attività lavorativa.
Se l’attività è iniziata mentre il rapporto di lavoro dipendente era ancora in corso, il termine dei 30 giorni decorre dalla presentazione della domanda di NASpI. Una formula che, negli anni, ha permesso a molti di fare il primo passo verso un progetto personale.
NASPI anticipata 2026, la possibile novità in arrivo
Ed è qui che entra in gioco il possibile ribaltone NASpI 2026. Un emendamento riformulato alla Manovra prevede che l’anticipazione dell’indennità non venga più corrisposta in un’unica soluzione, ma suddivisa in due momenti distinti.
Lo schema ipotizzato è il seguente:
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una prima rata del 70% dell’importo complessivo;
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una seconda rata del 30%.
La seconda non sarebbe automatico ma avverrebbe dopo ulteriori e precise verifiche da parte dell’istituto nazionale della previdenza sociale. Decisivi saranno i prossimi giorni per capire se in vista del nuovo anno tale misura governativa sarà confermata o meno. Se così fosse, la seconda parte arriverebbe entro sei mesi dalla prima. Sarebbe una comodità per le casse dell’INPS ma non certo per le persone che ne farebbero richiesta, le quali, a questo punto, dovrebbero sicuramente organizzarsi diversamente rispetto agli ultimi anni.





